Arcangelo Galante
- 01/01/2018 09:54:00
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Una fiaba utile, ove, l’autrice, vuol far riflettere il lettore su quanto sta accadendo nella società moderna, dal punto di vista emozionale. Ed il messaggio, ben si presterebbe ad essere collegato, pure, allelettronica, ai cellulari, ai tablet, i quali, stanno sostituendo, sempre più, gesti che, un tempo, erano considerati la normalità. Trasmettere emozioni, attraverso un PC, un emoticon o un nickname, ha raffreddato il sentimento, rendendolo arido e freddo. Siamo in balia dei "tiranni" dell’abuso tecnologico e, forse, chissà, all’uomo, non resta che aspettare il ritorno autentico d’un percepire sensoriale, il quale lo possa ritrasformare negli anni, facendogli comprendere l’importanza di “udire “ profondamente i segnali, lanciati dal corpo. In questa epoca, la percezione e lesternazione delle emozioni, sono sempre più difficili, tanto che la loro definizione, per ognuno di noi, prima era ardua trovarla, mentre, ora, nessuno si crogiola più nel farlo. Lumanità, in generale, non ricorda più i suoi valori, gli ideali, la natura benigna, e le semplici emozioni divengono reiette o incomprese, e questo porta ad ampie differenziazioni relazionali, persino nella semplice quotidianità, fino ad arrivare ad un meccanica stimolazione di ciò che l’individuo potrebbe provare in certe circostanze, simili a quelle descritte nella storia, da aggiungere all’elenco di altre, emergenti dalla lettura del testo, e che hanno penalizzato il personaggio, sino ad annullare l’essenza di ciò che, realmente, conta nella vita. A tutto questo mi ha portato la dinamica sullo svolgimento, inerente l’esperienza di Selfeamor; ovviamente, ci sarebbero da aggiungere altri aspetti salienti, già ben sintetizzati da Franca Alaimo. Una grande considerazione su questo tema, sul quale, difficilmente, si porge l’attenzione. Molto apprezzata, per quanto mi riguarda. Salutando, romanticamente, lascio i miei festosi auguri di un proficuo e bellissimo 2018.:-)
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